Thursday, May 25, 2006

Industriali soli

Gli industriali italiani in questi anni "...si sono sentiti troppo soli...". E' il rimprovero che Luca Cordero di Montezemolo, muove alla politica, ma non solo, parlando all'affollata platea dell'Assemblea pubblica di Confindustria

....beh, adesso avranno Visco attaccato alla giugulare.... e non si sentiranno più soli.

C-day


Domani, venerdì 26 maggio mandiamo tutti una email agli indirizzi mediaset@mediaset.com e ufficiostampa@mediaset.com con scritto "Costanzo vai in pensione!", eventualmente integrata da una breve motivazione. Aiutiamo Maurizio ad andare in pensione. Liberiamo Canale 5 e Buona Domenica.
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Delusi dal Giro


Per chi segue il ciclismo ed il Giro d'Italia, ieri ero a Plan de Corones, in cima alla salita che non è stata affrontata causa maltempo. Inutile dirvi che non ho visto i corridori e che ho speso 50 euro di benzina e 7 euro di funivia per andare a prendere freddo a 2273 metri s.l.m.. Stamattina ho scritto ad un giornalista della Gazzetta dello Sport (che organizza la manifestazione) facendo alcune considerazioni su come è stata gestita la vicenda.

Gentile Sig. Ghisalberti,
Le scrivo in merito alle scelte effettuate dagli organizzatori del Giro con riguardo al tracciato della tappa di ieri, Termeno-Plan de Corones. O dovrei dire Termeno-Passo Furcia, visto com’è finita.
Io, tanto per spiegarle i motivi che mi hanno spinto a scrivere, ero uno dei tifosi presenti in cima all’ultima salita, il Plan de Corones appunto. Non voglio raccontarLe le reazioni dei tifosi alla notizia che la tappa sarebbe arrivata in cima al Furcia e non fin lassù dov’eravamo noi, perché non sarebbe utile a chiarire alcuni aspetti che vorrei esporLe in merito alle vicende vissute ieri.
Premetto che, pur deluso, ho compreso nel merito la scelta dell’organizzazione di non arrivare in cima. Francamente non riesco a comprenderne il metodo.
Sono arrivato in cima a Plan de Corones ieri verso le 10.30. In quel momento faceva abbastanza freddo e cominciava a nevischiare. Tuttavia, sentite le prime voci di annullamento, ho avvicinato responsabili dell’organizzazione che mi confermavano l’arrivo in cima poiché la strada era in buone condizioni ed il meteo prevedeva miglioramenti nel pomeriggio. Con il susseguirsi delle ore la situazione atmosferica non migliorava e nuove voci di annullamento si accavallavano (ovviamente a noi arrivavano in modo frammentario notizie riguardo all’ammutinamento dei corridori prima, e riguardo all’accorciamento del tracciato poi). Quando, verso le 16.00, ormai tutti stavano prendendo posto lungo l’ultimo tratto di salita e i parenti da casa ci confermavano che su Raitre si annunciava l’arrivo in cima, abbiamo appreso dell’anticipazione dell’arrivo a Passo Furcia.
La scelta non dipende dalle condizioni della strada, che era in buone condizioni malgrado il maltempo (questo lo hanno ribadito tutti). La scelta dipende dal tempo avverso. Ho visto poche corse annullate per maltempo (mi viene in mente la tappa del Colle dell’Agnello, ma quella fu annullata per una slavina, rischio che ieri non sussisteva). Vorrei capire cosa si cela dietro alle parole "rischio per la sicurezza dei corridori" (quale rischio, quello di prendere freddo?). Vorrei capire perché i cicloamatori arrivavano in cima infreddoliti (qualcuno anche senza i gambali) ma senza particolari problemi. Tuttavia posso lasciare da parte tutte queste obiezioni e considerare la scelta dell’organizzazione opportuna per venire incontro alle esigenze degli atleti, preoccupati di cosa potevano trovare per la strada. Ma a questo punto devo porLe alcune domande:
Perché non si è preferito accorciare la tappa fin dall’inizio, visto che la situazione meteo alle 16.00 non era peggiore rispetto alle 12.00?
Perché gli organizzatori volevano partire con il percorso normale e poi, su pressione dei corridori, hanno rinunciato perfino al pezzo forte di questo Giro, e cioè i 5 Km. di sterrato che portavano in cima al Plan?
Perché i corridori, che accettano di correre la Roubaix su strade in condizioni da terzo mondo, si sono ammutinati in modo così compatto e deciso, viste anche le parole (sarebbe meglio dire il delirio) di Bettini a fine corsa?
Perché nessuno ha pensato ai tifosi in cima a Plan de Corones?
Il freddo lo abbiamo preso anche noi, forse soprattutto noi. Se l’arrivo fosse stato spostato prima ci saremmo potuti adeguare, cercando di scendere e di vedere i corridori su un altro tratto del percorso (come i più pessimisti hanno fatto). Mi chiedo perché ci sia una forte ricerca dello spettacolo, da parte degli organizzatori, se poi le tappe "epiche" vengono messe in discussione (durante il loro svolgimento!) causa maltempo. Vorrei capire perché nessun corridore, nessun giornalista si è preso la briga di ringraziare i tifosi che hanno atteso inutilmente per ore.
A molti è venuto un sospetto, che non mi sento di avvalorare, ma del quale la voglio edurre. Molti tifosi sostenevano che dell’annullamento molti erano a conoscenza, ma per non far perdere gli introiti degli skipass e dei bar agli operatori economici di Plan si sia fatto finta di niente fino all’ultimo momento. Io non credo in questa tesi, però questo pensiero può darLe il livello di delusione dei tifosi di Plan. Tuttavia, rivedendo le immagini della tappa (una farsa nel suo svolgimento, perché fondamentalmente non si sapeva dove si doveva passare e dove si doveva arrivare) e del processo, con Leonardo Coen di Repubblica che dice "parlando con i corridori ho appreso che loro sapevano da due settimane che qui in cima non si sarebbe arrivati", mi è venuto un sospetto. Non è che i corridori, sapendo della durezza del tracciato e data la classifica ormai definita abbiano usato il maltempo come "scusa" per non disputare questa tappa così come pensata dagli organizzatori, perché in fondo la ritenevano solo uno spettacolo per i tifosi ma un "massacro" per loro? Ergo non è che i ciclisti con questo ammutinamento "telefonato e previsto", abbiano voluto punire l’organizzazione del Giro perché non li tutela abbastanza (secondo il loro punto di vista) e cerca di creare tappe spettacolari e d’altri tempi?
Pur comprendendo le preoccupazioni legittime dei corridori, se il mio ragionamento fosse corretto vorrebbe dire che i ciclisti stanno diventando spocchiosi come calciatori. La mia ipotesi è sostenuta dal fatto che al Tour de France, dove probabilmente ci sono più soldi da prendere, gli stessi corridori non aprono mai bocca riguardo alle scelte spesso cervellotiche dell’organizzazione. E con scelte come quella di ieri i corridori rischiano di incrinare il legame speciale che nel ciclismo, tifosi ed atleti hanno da sempre. E il legame speciale sta nelle fatiche, e nei rischi, che il corridore accetta di affrontare facendo questo mestiere, e nel fascino che questa scelta suscita nei tifosi. Molti invece dicono che il ciclismo è uno sport che ha tanti tifosi perché non si paga per vederlo. Se anche i corridori hanno iniziato a pensare questo è la fine. Io ieri ho speso 50 euro di benzina e 7 euro di skipass, inutilmente. Molti altri si sono presi oltretutto un giorno di ferie. Non ne faccio una questione di soldi, ma dato il ragionamento appena fatto, provocatoriamente Le chiedo: il rimborso dei miei 57 euro a chi devo chiederlo? Alla Rai? A Rcs? Ai corridori?

Codiali Saluti
Francesco (Scorzè-Venezia)